2022
Info e prevendite 0784232539 – www.intermezzonuoro.it
Prevendite VIVATICKET www.vivaticket.com
Organizzazione e direzione artistica ASSOCIAZIONE CULTURALE L’INTERMEZZO
PROGRAMMA DEL FESTIVAL
CALAGONONE JAZZ FESTIVAL 2022
DAL 23 AL 31 LUGLIO
SABATO 23 LUGLIO
IL VILLAGGIO DEL JAZZ – ACQUARIO
ORE 20:30
LA MADRE – BAKIS BEKS e ETHNICO 5tet
Bakis Beks – voce e beat; M. Usai-sax; O. Bandinu-Piano; F. Coronas-Trombone; R. Migoni-Batteria; P. Manca-Contrabbasso
INFORMAZIONI
Da un’idea del contrabbassista Pierluigi Manca e Bachisio Marras, la mise en scene eseguita dall’Ethnico Quintet di Mauro Usai del romanzo di Grazia Deledda. Il soggetto è tratto liberamente da “La Madre” di Grazia Deledda e racconta la storia di Paulo, giovane prete che a 21 anni diventa parroco del piccolo paese di Lollove, dove è nata sua madre.
La madre lo accompagna da tutta la vita, lui non ha mai conosciuto il padre, lei ha sacrificato tutta la sua vita perché lui potesse diventare prete e avere un futuro accettabile. Il paese di Aar, però, è colpito da una maledizione, che sembra averlo allontanato da Dio. L’ultimo parroco del paese, molti anni prima di Paulo, si dice fosse amico del Diavolo. In scena, la narrazione viene affidata a Bakis Beks (MC e Beat Maker), mentre l’esecuzione delle musiche è di Mauro Usai e il suo Ethnico Quintet (Omar Bandinu – pianoforte, Fabio Coronas – tromba, Pierluigi Manca- contrabbasso, Roberto Migoni – batteria).
ORE 22:00
GAVINO MURGIA BLAST 4tet
Gavino Murgia Sax Soprano e Tenore, Giovanni Falzone Tromba, Aldo Vigorito Contrabbasso, Pietro Iodice Batteria
INFORMAZIONI
Il quartetto è guidato dal sassofonista nuorese Gavino Murgia ispirato dalle profonde radici musicali della Sardegna e influenzato nel suo percorso sonoro dal canto a Tenore, lo studio delle Launeddas e la musica afroamericana.
Lo accompagnano il contrabbassista Aldo Vigorito, il batterista Pietro Iodice e il trombettista Giovanni Falzone che si esibisce in alcuni brani con il flicorno, uno strumento musicale a fiato di forma simile alla tromba. Le innumerevoli esperienze musicali e i suoi cd confermano il talento ormai riconosciuto del sassofonista Gavino Murgia, abile compositore di brani originali, interprete geniale di pezzi capaci di esprimere un nuovo sound d’insieme reso ancora più completo dal supporto degli strumenti dei suoi compagni di viaggio scelti con cura dal musicista barbaricino. Brillanti operazioni discografiche, un incrocio di diverse forme musicali, un dialogo tra le note esplosive che segnano un percorso stilistico musicale inedito e originale. Pur girando il mondo, Murgia mantiene come base Nuoro, la sua terra, il luogo da cui ha preso ispirazione, con le sue tradizioni, i suoi colori e la sua storia.
A fare da collante al sax soprano e tenore gli altri strumenti, quali il contrabbasso, la tromba e la batteria, un mix di suoni che creano un ensemble armonica.
DOMENICA 24 LUGLIO
IL VILLAGGIO DEL JAZZ – ACQUARIO
ORE 20:30
ANTONIO CIACCA TRIO
Antonio Ciacca Piano, Patrik Boman Basso, Nicola Angelucci Batteria
INFORMAZIONI
Nato in Germania, cresciuto in Italia e formatosi negli Stati Uniti, il pianista, compositore e amministratore artistico Antonio Ciacca si è affermato come un artista indomito, musicista consumato e potente sostenitore della tradizione jazz.
Ciacca ha iniziato la sua carriera come sideman per acclamati artisti jazz come Art Farmer, James Moody, Lee Konitz, Jonny Griffin, Mark Murphy, Dave Liebman, Steve Grossman e Benny Golson. È stata l’influenza di Grossman, con il quale ha studiato per tre anni a partire dal 1990, a nutrire in particolare lo sviluppo di Ciacca. Nel 1993, Ciacca si è trasferito a Detroit per studiare alla Wayne State University con Kenny Barron, dopodiché ha studiato privatamente con Jackie Byard a New York. Mentre viveva a Detroit, è stato esposto per la prima volta alla musica gospel, un’influenza che presto l’ha integrata nel suo stile in via di sviluppo come compositore e interprete; Ciacca alla fine ha continuato a produrre un CD per i Detroit Gospel Singers.
Il 1997 si rivelò un anno spartiacque per Ciacca, poiché il leggendario sassofonista Steve Lacy invitò Ciacca a unirsi al suo quartetto, una collaborazione che sarebbe durata sette anni. Lo stesso anno, Antonio Ciacca incontra Wynton Marsalis, che si esibisce in Italia con Elvin Jones. Questo incontro ha gettato le basi per un’amicizia e una collaborazione musicale che è continuata attraverso il loro lavoro insieme al Jazz at Lincoln Center. L’anno successivo Ciacca inizia ad esibirsi con il sassofonista Benny Golson, con il quale continua a collaborare.
Nel 2007, la vasta esperienza nell’industria musicale e la visione artistica completa di Ciacca lo hanno portato ad assumere la posizione di Direttore della Programmazione al Jazz al Lincoln Center, ruolo che ha ricoperto fino al 2011. Ciacca ha ampliato il suo ruolo in nuove iniziative imprenditoriali per promuovere la sua musica. Affermandosi come Artist in Resident al Setai Hotel di New York City, ha curato una delle più emozionanti serie jazz notturne di New York e ha collaborato con la sede in eventi musicali unici, tra cui il Festival Jazz “Remembering Bud” e l’Italian Jazz Giorni.
Nel corso della sua carriera, Ciacca è stato un instancabile sostenitore ed educatore del jazz e nel 2009 ha ampliato questo ruolo iniziando a insegnare “Business of Jazz” presso la stimata Juilliard School of Music di New York. Oltre ad insegnare alla Juilliard, Ciacca è docente attivo negli Stati Uniti e in Europa, conducendo numerosi workshop sul business jazz, sulla tecnica pianistica e sul lavoro d’insieme.
ORE 22:00
Sebastiano Dessanay “377”
Sebastiano Dessanay ukulele basso, Peter Waters piano, Roberto Migoni percussioni
INFORMAZIONI
Il disco “377:” è l’ultimo lavoro del contrabbassista e compositore sardo Sebastiano Dessanay, figlio del viaggio artistico nel quale l’artista sardo tra il 2018 e il 2019 ha visitato tutti i Comuni della Sardegna in sella alla sua inseparabile bicicletta, con in spalla uno zaino e il suo ukulele basso.
Dessanay nel corso di ogni tappa ha composto su pentagramma frammenti inediti, registrando i suoni dei luoghi visitati, le voci delle tante persone incontrate, studiando e catturando le musiche tipiche di ogni zona in cui ha sostato o soggiornato.
Il lavoro, sesto capitolo nella sua discografia da solista, vede la luce dopo anni di scrittura e ricerca, caratterizzati dall’emergenza pandemica insorta proprio alla fine del viaggio, e annovera la partecipazione di importanti musicisti, come il pianista australiano Peter Waters, il batterista Roberto Migoni, il chitarrista Francesco Morittu, il sassofonista Emanuele Contis e l’armonicista Max De Aloe, artisti che hanno contribuito ad arricchire musiche, frammenti e composizioni. Decisive, inoltre, sono state le collaborazioni con Su Cunsertu Bonarcadesu, Tenore de Orosei Antoni Milia, Coro di Ozieri, Silvano Fadda, Nicola Loi, Giovanni Magrini, Michele Mastio, Tonio Stara, Piero Piras e Diego Deidda.
377: è stato realizzato grazie al progetto di crowdfunding sulla piattaforma produzionidalbasso, ed è stato registrato in due sessioni, in due luoghi agli antipodi della Sardegna: al Jane Studio di Marti Jane Robertson (che ha curato anche il missaggio e il mastering presso lo Studio della Giraffa) di Cagliari, e nell’home studio di Rena Majore (Aglientu), con la preziosa consulenza artistica di Paolo Pischedda. Le grafiche del progetto sono state curate, invece, da Valentina Vinci, con le foto dello stesso Dessanay e di Francesca Ardau.
LUNEDI 25 LUGLIO
CANTINA DORGALI – SALA CONCERTI
ORE 20:30
SILVIA RUIU 4tet
Silvia Ruiu voce, composizioni, Valentino Cubeddu Piano, Daniele Pistis C.Basso, Jacopo Careddu Batteria
INFORMAZIONI
Il Silvia Ruiu Quartet propone composizioni originali ed alcuni arrangiamenti di brani appartenenti al Great American Songbook.
Gli originals sono fortemente ispirati alla tradizione del jazz degli anni 60, con diversi richiami a quello di matrice europea.
L’accostamento tra il jazz tonale e quello modale, l’alternanza tra i ritmi swing e quelli even 8th, restituiscono una panoramica piuttosto ampia che guarda al jazz più contemporaneo senza tralasciare la preziosa eredità derivante dalla tradizione jazzistica.
MARTEDI 26 LUGLIO
CANTINA DORGALI – SALA CONCERTI
ORE 20:30
BAD TALENT TRIO
Marco Maltalenti Tromba, Lorenzo Agus C.Basso, Jacopo Careddu Batteria
INFORMAZIONI
Il progetto nasce nell’autunno 2021 dall’esigenza di sperimentare e approfondire le sonorità spigolose e frastagliate che contraddistinguono il trio “pianoless”, organico che, come suggerisce il nome, vede l’assenza dello strumento armonico per eccellenza.
Questa scelta conferisce alla band forte libertà espressiva e molta escursione dinamica, potendo alternare momenti di grande densità sonora a fasi in cui viene dato risalto ai silenzi e alle pause.
Il tutto è amalgamato dal forte interplay che i tre musicisti hanno sviluppato suonando insieme nelle formazioni più disparate e collaborando con musicisti del calibro di Barend Middelhoff, Mariano Tedde, Paolo Spanu, Nicola Muresu, Antonello Mura, Massimo Carboni, Matteo Pastorino e tanti altri.
MERCOLEDI 27 LUGLIO
CANTINA DORGALI – SALA CONCERTI
ORE 20:30
PERIELIO
Riccardo Dore chitarra, Valentino Cubeddu Piano, Daniele Pistis C.Basso, Marco Cattari Batteria
INFORMAZIONI
Perielio è un progetto che nasce nel Dicembre del 2020, in occasione della partecipazione al Concorso Musicale “Matteo Sanna” presso l’Auditorio del Conservatorio di Cagliari. Dopo il concorso la collaborazione dei quattro musicisti è proseguita all’interno del Conservatorio di Sassari e all’esterno con l’intento di comporre ed arrangiare brani originali per Quartetto cercando di esplorare il jazz modale americano in una chiave europea e moderna, mettendo in luce le contrapposizioni stilistiche che caratterizzano i singoli componenti del gruppo.
GIOVEDI 28 LUGLIO
GROTTE DEL BUE MARINO
ORE 16:30 (IMBARCO)
“INDINDARA” ZOE PIA & TENORE ANTONI MILIA di Orosei
Tore Mula Voche, Alessandro Contu Bassu, Ivan Sannai Cronta, Francesco Mula Mesu Voche
INDINDARA
Indindara nasce dall’incontro tra la clarinettista, launeddista sperimentatrice, compositrice jazz sarda, originaria di Mogoro, Zoe Pia e le quattro voci dei Tenores di Orosei, noto gruppo isolano che vanta uno dei maggiori repertori musicali dell’isola che spazia tra il sacro e il profano.
Il progetto debutterà al Cala Gonone Jazz Festival e sarà un’immersione sonora nel respiro ancestrale dell’isola, un flusso vitale tra l’arcaico, il sacrale, l’avanguardia e la creazione estemporanea verso l’opportunità di un viaggio conoscitivo delle intime aspirazioni dell’Uomo e del suo rapporto con la vita.
ZOE PIA
Zoe Pia nasce nel 1986 a Mogoro (OR) in Sardegna, si diploma in clarinetto presso il Conservatorio di Cagliari appena maggiorenne e prosegue il perfezionamento al Conservatorio di Rovigo con la specializzazione in Clarinetto Solistico, in Musica da Camera e Musica Jazz.
Grazie alle esperienze nella musica contemporanea e nel live electronics nasce l’esigenza di conoscere da vicino la composizione.
A Rovigo, quindi, intraprende gli studi di composizione e approccia al jazz dopo aver suonato Hot di Franco Donatoni a fianco di Marco Tamburini.
La curiosità nei riguardi della musica improvvisata la porta a studiare la cultura afro‐americana con Mauro Negri, Nico Gori e Fabio Petretti. Significativa è risultata l’esperienza presso l’Accademia del Teatro Alla Scala di Milano seguita dai Seminari Internazionali dell’Accademia Chigiana, dell’Accademia Internazionale di Siena Jazz, dai Seminari di Nuoro Jazz e dall’incontro ravvicinato con la cultura popolare spagnola durante i sei mesi di studio al Conservatorio Superior de Musica de Murcia.
Ha collaborato con: New Art Symphonic, Filarmonica Italiana, Filarmonia Veneta, Sinfonica di Pescara, Fiati della Sardegna, la Orquestra de Percusion y Vientos de Murcia, la United European Chamber Orchestra, Biennale di Venezia per l’artista Joachim Schoenfeldt.
Ha avuto l’onore di suonare a fianco di Alvin Curran, Steven Bernstein, Bruno Biriaco, Reuben Rogers, Furio Di Castri, Tino Tracanna, Bruno Tommaso, Paolo Fresu, Mauro Ottolini, Nico Gori, Marco Tamburini, Bebo Ferra, Vincenzo Vasi, Dario Cecchini, Valentino Corvino, Marcello Tonolo, Carmine Ioanna, Karima Ammar, Stefano Senni, Stefano Paolini, Massimo Morganti, Ryan Truesdell, Luca Mannutza, Lukas Kranzelbinder, Linda Fredriksson, Ada Montellanico, Njamy Sitson, Cettina Donato, Giovanni Mancuso, Filippo Vignato, Fabrizio Puglisi, Valeria Sturba, Stefano Pilia, Sara Ardizzoni, Gabriele Mitelli, Jacopo Battaglia, Mads Forsby, Mette Rasmussen, Anna Högberg, Mats Äleklint, Susana Santos Silva, Johan Berthling, Mats Gustafsson.
L’album di esordio da leader “Shardana”, pubblicato da Caligola Records, l’ha portata al 3° posto del Top Jazz 2017, nella sezione Nuovi Talenti, della rivista Musica Jazz.
Nel marzo 2019 esce il docu-film Rai “Donne e Dee di Sardegna” della regista Daniela Vismara con le musiche di Zoe Pia e Elena Ledda.
Dal 2018 suona il clarinetto piccolo, il saxoflute e strumenti giocattolo in Dada della Micro Jazz Orchestra di Roberto De Nittis, Top Jazz 2019 come Nuovo Talento Italiano.
Dal 2018 Zoe Pia è ideatrice e Direttrice Artistica del Pedras et Sonus – Jazz Festival che nel 2019 è entrato in collaborazione il Festival Time in Jazz di Paolo Fresu e dal 2021 con il Conservatorio di Rovigo, l’Università di Cagliari.
Nel 2022 è ideatrice, coordinatrice e responsabile del progetto Little Jazz Festival, il primo festival di jazz italiano organizzato da studenti delle classi terze dell’indirizzo musicale della Scuola Secondaria di I Grado dell’Istituto Comprensivo di Fiesso Umbertiano. Dal 2021 è attiva in duo con la pianista, compositrice e direttrice d’orchestra Cettina Donato, dal 2022 è attiva in solo con clarinetto, launeddas, elettronica, campanacci ed elementi di artigianato artistico sardo.
TENORES DE OROSEI ANTONI MILIA
Tenores de Orosei Antoni Milia è il nome di una delle più note formazioni vocali sarde nel Panorama Internazionale della Musica Etnica e Religiosa, riuscita a ritagliarsi un posto di preminenza. Il gruppo propone un repertorio costituito sia da canti sacri, detti a cuncordu, che da canti profani, detti appunto a tenore; Per quanto riguarda i canti sacri, il gruppo, oltre a cantare antichi canti religiosi in latino, ha un proprio specifico repertorio di canti sacri sardi, i gotzos, appresi nella raffinata scuola delle confraternite religiose, mentre la dimestichezza con i canti profani locali, che accompagnano serenate e balli tradizionali, l’hanno acquisita nei tzilleris, i bar tipici della loro terra. Partendo da questo repertorio basato sulla musica tradizionale sarda, gli artisti si sono nel tempo aperti ad incontri con altre tradizioni musicali che ha portato il gruppo a girare l’italia ed il mondo
Fra le numerose tappe percorse ricordiamo quelle di Parigi “festival della musica Sacra” Ginevra, Nizza, Matera, Oslo, Belgrado, Roma, Wroclav, Nant, Tarb, Budapest e Praga “Festival Struny Podzimu”.
Nel 2018 danno vita al loro secondo album dal titolo a “Pitzinnu mi torro” contenente 14 brani del repertorio sacro tradizionale di Orosei, uno dei quali inedito “Su ballu e tres passos” di breve scoperta,brano mai registrato prima,portato alla luce grazie alle ricerche fatte dal gruppo.
A SEGUIRE
CORO ORTOBENE
INFORMAZIONI
Considerato il canto dei pastori consta di quattro voci soliste che si integrano con un ruolo musicale diverso:
“Sa boche” (voce intonatrice), “Su bassu”, “Sa contra”, “Sa mesu boche”.
Alla voce intonatrice che esprime il vero significato del canto, rispondono le altre voci con brevi monosillabi: (bom – bim – bam – bo!) in modo da creare una alternanza suggestiva fra solista e coro. Con voce gutturale Su bassu e Sa contra (le due voci gravi) si muovono per motto retto ad intervallo di quinta, mentre la voce più acuta muovendosi liberamente arricchisce e completa l’accordo.
L’insieme corale denominato “Su Concordu” sembra sia uno degli antenati del Coro Polifonico nuorese. A fianco a questo si pone il canto liturgico, nato sia dall’introduzione del canto gregoriano nell’isola, sia dalle processioni paesane che ancora oggi si svolgono con tanta devozione. Particolare importanza assumono i canti della Settimana Santa, in uso anche nelle confraternite.
Inizialmente ad una voce, il canto liturgico si arricchì poi a più voci con semplici armonizzazioni al naturale, dove ogni voce in maniera consonante, canta in base alla propria estensione vocale. Dall’unione di questi due tipi di canti, differenti sia dal punto di vista compositivo che vocale, nacquero le basi per la costruzione del primo Coro Polifonico nuorese. Improvvisato a volte per caso, nei luoghi di maggior aggregazione sociale ( in via Majore oin qualche bettola), il coro iniziò a recuperare vecchie melodie e testi barbaricini ormai dimenticati.
VENERDI 29 LUGLIO
TEATRO COMUNALE
ORE 20:30
Roberto Ottaviano e Alexander Hawkins – “SPIRIT OF MINGUS”
Roberto Ottaviano Sax, Alexander Hawkins Piano
ROBERTO OTTAVIANO
Roberto Ottaviano sassofonista inizia a suonare come autodidatta le percussioni e il flauto, ma a cinque anni comincia a prendere lezioni di clarinetto al Conservatorio di Bari. Sotto l’influenza della musica di Lester Young e John Coltrane, scelse il sassofono. Dopo aver studiato a Perugia sassofono classico con Federico Mondelci, partendo dalla tradizionale scuola francese, ha studiato armonia e composizione classica con Walter Boncompagni, Giacomo Manzoni e Luigi Nono. Grazie ad un fortuito incontro con Steve Lacy, ha concentrato molte attenzioni sul sax soprano.
Tra la fine degli anni ’70 e la prima parte degli ’80 ha frequentato inoltre alcuni stages con Evan Parker e con Jimmy Giuffre. Ottaviano ha militato in una big band locale con i musicisti ospiti come Buck Clayton, Ernie Wilkins, Benny Bailey eSal Nistico; più tardi è stato un membro dell’orchestra di Andrea Centazzo, con le collaborazioni di Gianluigi Trovesi, Theo Jörgensmann, Franz Koglmann, Carlo Actis Dato, Radu Malfatti e Carlos Zingaro. Ottaviano è conosciuto anche al di fuori dell’Italia attraverso la sua partecipazione a progetti con Franz Koglmann, Georg Gräwe, Ran Blake e Tiziana Ghiglioni. Nel 1983, ha pubblicato il suo primo album (“Aspects”) in nome proprio per Tactus Records, con Giancarlo Schiaffini, Paolo Fresu e Carlo Actis Dato. Nel 1986 ha costituito un quartetto con Arrigo Cappelletti. Ottaviano ora ha più di dieci album a suo nome, in particolare sull’etichetta Splasc (h). Nel 1988 ha fondato l’ensemble di ottone “Six Mobilies”, nel 1988 ha inciso un omaggio a Charles Mingus (Mingus – Portraits in six Colours) nel dicembre 1990 ha inciso l’album “Items from the Old Earth”.
Dal 1979, Ottaviano ha collaborato con numerosi musicisti jazz come Dizzy Gillespie, Art Farmer, Mal Waldron, Albert Mangelsdorff, Chet Baker, Enrico Rava, Barre Phillips, Keith Tippett, Steve Swallow, Irene Schweizer, Kenny Wheeler, Henry Texier, Paul Bley, Aldo Romano, Myra Sant’Agnello, Tony Oxley, Misha Mengelberg, Han Bennink, Mario Schiano, Trilok Gurtu, la formazione coreana “Samulnori” e il “Canto Drums” di Pierre Favre. Ha suonato in molti jazz festival americani ed europei, come il Chicago Jazz Festival, il Festival di Musica Donaueschingen, il Jazz Festival di Berlino e il Festival del Jazz di Willisau. Come insegnante di musica, ha svolto, tra l’altro, corsi a Woodstock N.Y. e nei conservatori di Città del Messico, Vienna e Groningen, nelle istituzioni culturali di Urbino, Cagliari, Firenze, Roma e Siracusa. Roberto Ottaviano è anche l’autore del libro, “Il Sax: Lo strumento, la storia, le tecniche”, pubblicato nella F. Muzzio Editore. Padova nel 1989.
Inoltre insegna musica jazz presso il Conservatorio N. Piccinni di Bari Arrigo Cappelletti/Roberto Ottaviano Quartet: Samashi (Splasc(h), 1986 Daniele Cavallanti Double Trio: The Leo (Red Record, 1987) Mingus – Portraits in six Colours (Splasc(h), 1988 Items from the Old Earth (Splasc(h),1990) Above Us (Splasc(h), 1990 Hybrid and Hot (Splasc(h), 1995 Black Spirits Are Here Again (DIW, 1996) mit Mal Waldron Soffio Primitivo “Il sax, lo strumento, la storia, le tecniche”, 2013.
ALEXANDER HAWKINS
Alexander Hawkins è un compositore, pianista, organista e bandleader che è “diverso da qualsiasi altra musica creativa moderna”. Lavorando in una vasta gamma di contesti creativi, il suo mondo sonoro unico è forgiato attraverso la ricerca di conciliare sia l’amore per l’improvvisazione libera che un profondo fascino per la composizione e la struttura.
Si dice che la sua scrittura rappresenti “una fondamentale riaffermazione della composizione all’interno della musica improvvisata” e la sua voce una delle “più vividamente distintive nel jazz moderno”.
Come pianista, è stato descritto come “in possesso di un’abilità tecnica sbalorditiva e di un’immaginazione feconda sia come musicista che come compositore”.
Si esibisce spesso come solista e appare anche in gruppi che vanno dal duo (con artisti del calibro di Evan Parker, John Surman, Han Bennink, Hamid Drake, Sofia Jernberg e Tomeka Reid), fino ai grandi ensemble. Il suo quartetto co-guidato con la cantante Elaine Mitchener “probabilmente [stabilisce] un nuovo standard per la musica improvvisata con le canzoni”; mentre Togetherness Music, pubblicato da Intakt Records nel gennaio 2021, è stato definito “[un] capolavoro che può stare accanto alle migliori opere di Mitchell, Braxton o Parker”.
Hawkins ha collaborato con artisti del calibro di Joe McPhee, Wadada Leo Smith, Marshall Allen, Mulatu Astatke, Michael Formanek, Rob Mazurek, Chad Taylor, Taylor Ho Bynum, Harris Eisenstadt, Nicole Mitchell, Matana Roberts, Esperanza Spalding, Jonny Greenwood, Angelika Niescier e Shabaka Hutchings. Per oltre un decennio, è stato anche notato per le sue esibizioni nelle band del leggendario batterista sudafricano Louis Moholo-Moholo. Si è anche esibito due volte come parte del Sonic Genome di Anthony Braxton, oltre a fare tournée e registrare con l’Anthony Braxton Standard Quartet.
Nel 2012 è stato scelto come membro della prima edizione del programma “Soundhub” della London Symphony Orchestra per giovani compositori. È stato ampiamente incaricato, da artisti del calibro della BBC, di festival come il London e Berlin Jazz Festivals e di gruppi di musica contemporanea come il Riot Ensemble. È stato nominato “strumentista dell’anno” ai Parliamentary Jazz Awards 2016. Nel 2018 è stato eletto borsista della Civitella Ranieri.
ORE 22:00
Alfredo Rodriguez trio
Alfredo Rodriguez piano, Yarel Hernandez bass, Michael Olivera drums
ALFREDO RODRIGUEZ
Alfredo Rodríguez reduce dal successo dello scorso anno al Cala Gonone Jazz Festival (insieme al bassista Richard Bona) è il maggiore dei due figli di Alfredo “Alfredito” Rodríguez, cantante professionista, compositore e presentatore televisivo. Ha studiato pianoforte classico presso il Conservatorio Saumell Manuel e il Conservatorio di Musica Roldán Amadeo e all’Instituto Superior de Arte a L’Avana. Il suo interesse per il jazz è stato stimolato dal concorso annuale “JoJazz” per giovani musicisti, dove ha vinto una menzione d’onore nel 2003. Nel 2006, Rodríguez è stato selezionato come uno dei dodici pianisti provenienti da tutto il mondo per esibirsi al Montreux Jazz Festival. Quincy Jones lo notò e gli propose di lavorare con lui. Rodríguez si è esibito al Playboy Jazz Festival, SXSWMusic Festival, Detroit Jazz Festival, Monterey Jazz Festival, Newport Jazz Festival, San Francisco Jazz Festival, Gilmore Internazionale tastiera Festival, Roots Jazz Performing Arts Center Concert Series, XVI International Open Air Festival (Polonia), Jazz Festival Vienne (Francia), North Sea Jazz Festival (Olanda), Umbria Jazz Festival (Italia), Montreux Jazz Festival (Svizzera), Mawazine Festival (Marocco), Mundo Latino Festival (Brasile), Shanghai International Film Festival (Cina), Shanghai Festival del Turismo (Cina), così come molti altri spettacoli. Rodriguez si è esibito con artisti jazz come Wayne Shorter, Herbie Hancock, Patti Austin, James Ingram, McCoy Tyner, Esperanza Spalding, Richard Bona, e Lionel Loueke condiviso.
Una delle composizioni più note di Rodriguez è stato realizzato grazie alla collaborazione con Quincy Jones, Tan Dun, e Siedah Garrett; l’inno “Better City, Better Life” è stato selezionato come colonna sonora ufficiale del Shanghai World Expo 2010.
SABATO 30 LUGLIO
GROTTE DEL BUE MARINO
ORE 11:00 (IMBARCO)
JOHN PATITUCCI SOLO
JOHN PATITUCCI
John Patitucci, acclamato musicista, bassista e contrabbassista è tra le più grandi stelle del jazz ancora in vita.
Patitucci ha partecipato alla registrazione di innumerevoli album con artisti come BB King, Bonnie Raitt, Chick Corea, Wayne Shorter, Herbie Hancock, Michael Brecker, George Benson, Dizzy Gillespie, Was Not Was, Dave Grusin, Natalie Cole, Bon Jovi, Sting, Queen Latifah e Carly Simon. Nel 1986, John è stato votato come MVP della National Academy of Recording Arts and Sciences sul basso acustico.
Come artista, ha suonato in tutto il mondo con la sua band e con i luminari del jazz Chick Corea, Herbie Hancock, Wayne Shorter, Stan Getz, Pat Metheny, Wynton Marsalis, Joshua Redman, Michael Brecker, McCoy Tyner, Nancy Wilson, Randy Brecker, Freddie Hubbard, Tony Williams, Hubert Laws, Hank Jones, Mulgrew Miller, James Williams, Kenny Werner e decine di altri. Alcuni dei tanti artisti pop e brasiliani con cui ha suonato includono Sting, Aaron Neville, Natalie Cole, Joni Mitchell, Carole King, Milton Nascimiento, Astrud e Joao Gilberto, Airto e Flora Purim, Ivan Lins, Joao Bosco e Dori Caymmi.
Nel 2000, Patitucci ha ricominciato a girare con il leggendario Wayne Shorter, e il Wayne Shorter Quartet, con Danilo Perez al piano e Brian Blade alla batteria, ha ricevuto riconoscimenti in tutto il mondo per le sue esibizioni e registrazioni. Ha fato altresì parte del quintetto guidato da Herbie Hancock con Michael Brecker al sassofono, Roy Hargrove alla tromba e Brian Blade alla batteria.
Patitucci insegna ai giovani musicisti e contribuisce ulteriormente a sostenere l’arte del jazz e del basso in tutto il mondo. Nel 2010, John ha iniziato il suo coinvolgimento con il Global Jazz Institute del Berklee College of Music, guidato dal pianista Danilo Perez. Attualmente è Visiting Scholar alla Berklee, e insegna sia al Global Jazz Institute che al Bass Department.
TEATRO COMUNALE
ORE 20:30
Woodstore + Orchestra Jazz Sardegna* – Wide Sounds
Tero Saarti tromba Massimo Carboni sax tenore Mariano Tedde pianoforte Paolo Spanu contrabbasso Gianni Filindeu batteria Gavino Mele direzione Luigi Giannatempo arrangiamenti
COMPONENTI ORCHESTRA JAZZ SARDEGNA
Giampiero Carta sax alto/soprano Dante Casu sax alto/clarinetto Teodoro Ruzzettu sax tenore/clarinetto Luca Chessa sax tenore Marco Maiore sax Baritono Luca Uras tromba/flicorno Emanuele Dau tromba/flicorno Pietro Pilo tromba /flicorno Giovanni Sanna Passino tromba/flicorno Michele Garofalo Corno Roberto Chelo corno Salvatore Moraccini trombone Salvatore Serra trombone
WOODSTORE
Woodstore sin dalle prime apparizioni ha riscosso notevoli riconoscimenti dagli addetti ai lavori e l´apprezzamento dal pubblico: solo pochi mesi dopo la sua nascita infatti la formazione vince il concorso Internazionale Barga Jazz 2001 nella sezione “esecuzione”. Solo dopo aver maturato molteplici e significative esperienze in vari contesti, i suoi componenti hanno deciso di convergere verso un progetto musicale comune: i musicisti alternano infatti il loro impegno nel WQ con differenti collaborazioni stabili (tra le quali l´ Orchestra Jazz della Sardegna) che, nel passato e nel presente, li ha portati a suonare con musicisti come Tom Harrell, Billy Cobham, Steve Grossman, Dave Liebman, Rick Margitza, Art Ensemble of Chicago, Richard Galliano, Enrico Rava, Paolo Fresu, Maurizio Giammarco, Maria Pia De Vito, Steve Lacy, Giorgio Gaslini, Colin Towns per citarne alcuni.
L´entusiasmo e l´originalità della musica del Woodstore Quintet hanno suscitato interesse e curiosità nel pubblico e critica fin dalla prima esibizione dal vivo per la freschezza espressiva ed il clima solare delle sue composizioni uniti ad una rigorosa esecuzione.
Invitato a suonare in importanti manifestazioni e rassegne Jazz, il WQ ha ulteriormente affinato il suo progetto musicale che ha avuto, con il CD “Distanza” edito dalla Splasc(h), la sua prima presentazione discografica: in distribuzione dal luglio 2002, Distanza è stato accolto molto favorevolmente da critica e pubblico riscuotendo anche l´apprezzamento di tanti musicisti.
Nell´agosto 2002 il WQ (in quell´occasione sestetto con l´apporto del violoncellista olandese Ernst Reijseger), è stato chiamato ad interpretare le musiche di “Steamboat Bill Jr”, composte e dirette da Bruno Tommaso, esibendosi assieme alla Orchestra Jazz della Sardegna a testimonianza della grande apertura della formazione verso differenti progetti musicali.
Il 2003, oltre alla partecipazione della formazione a diversi jazz festival (Apriljazz, Time in jazz, Musique sur les bouches) e alla collaborazione con altri musicisti – tra cui Flavio Boltro alla tromba – ha sancito l´inizio della prestigiosa collaborazione tra il Woodstore Quintet ed il grande trombettista Tim Hagans: in questa formazione il quintetto registrerà il suo nuovo lavoro discografico.
ORCHESTRA JAZZ SARDEGNA – WIDESOUND
La Orchestra Jazz della Sardegna è tra le rarissime orchestre italiane che opera con continuità sin dai suoi esordi. La formazione è infatti attiva dal 1989: inizialmente nota come “Blue Note Orchestra” (è infatti il principale organico strumentale della omonima Associazione B.N.O) ha poi modificato il nome nel 1996 in Orchestra Jazz della Sardegna.
L’Orchestra Jazz della Sardegna ha un organico strumentale di base costituito da diciotto musicisti suddivisi nei tradizionali raggruppamenti di una orchestra jazz (ance, ottoni, sezione ritmica). L’organico si espande con l’apporto di altre sezioni strumentali (archi, legni, flauti, percussioni) in relazione alle partiture affrontate.
L’Orchestra Jazz della Sardegna, con l’alternarsi di tanti musicisti nel suo organico, è diventata un punto di riferimento per tutti gli strumentisti interessati all’esperienza della “Orchestra Jazz” (vedi organico musicisti)
Punto di forza della Orchestra Jazz della Sardegna è la sua grande duttilità, che permette alla formazione di affrontare un repertorio decisamente eterogeneo. Tanti anni di attività hanno consentito all’Orchestra di misurarsi con le partiture orchestrali più disparate, dalla swing-era fino alle moderne big band (includendo classici dello swing e della fusion, arrangiamenti di “canzoni” italiane e di composizioni derivate dalla musica etnica, in particolare quella Sarda), fino a sconfinare nell’ambito classico-contemporaneo.
Un grande contributo al repertorio dell’Orchestra arriva grazie al Concorso Internazionale in Composizione ed Arrangiamento per Orchestra Jazz “Scrivere in Jazz con centinaia di partiture originali arrangiate per il suo specifico organico strumentale.
ORE 22:00
JOHN PATITUCCI TRIO
John Patitucci Basso, Yotam Silberstein chitarra, Rogério Boccato percussioni
JOHN PATITUCCI
John Patitucci, acclamato musicista, bassista e contrabbassista è tra le più grandi stelle del jazz ancora in vita.
Patitucci ha partecipato alla registrazione di innumerevoli album con artisti come BB King, Bonnie Raitt, Chick Corea, Wayne Shorter, Herbie Hancock, Michael Brecker, George Benson, Dizzy Gillespie, Was Not Was, Dave Grusin, Natalie Cole, Bon Jovi, Sting, Queen Latifah e Carly Simon. Nel 1986, John è stato votato come MVP della National Academy of Recording Arts and Sciences sul basso acustico.
Come artista, ha suonato in tutto il mondo con la sua band e con i luminari del jazz Chick Corea, Herbie Hancock, Wayne Shorter, Stan Getz, Pat Metheny, Wynton Marsalis, Joshua Redman, Michael Brecker, McCoy Tyner, Nancy Wilson, Randy Brecker, Freddie Hubbard, Tony Williams, Hubert Laws, Hank Jones, Mulgrew Miller, James Williams, Kenny Werner e decine di altri. Alcuni dei tanti artisti pop e brasiliani con cui ha suonato includono Sting, Aaron Neville, Natalie Cole, Joni Mitchell, Carole King, Milton Nascimiento, Astrud e Joao Gilberto, Airto e Flora Purim, Ivan Lins, Joao Bosco e Dori Caymmi.
Nel 2000, Patitucci ha ricominciato a girare con il leggendario Wayne Shorter, e il Wayne Shorter Quartet, con Danilo Perez al piano e Brian Blade alla batteria, ha ricevuto riconoscimenti in tutto il mondo per le sue esibizioni e registrazioni. Ha fato altresì parte del quintetto guidato da Herbie Hancock con Michael Brecker al sassofono, Roy Hargrove alla tromba e Brian Blade alla batteria.
Patitucci insegna ai giovani musicisti e contribuisce ulteriormente a sostenere l’arte del jazz e del basso in tutto il mondo. Nel 2010, John ha iniziato il suo coinvolgimento con il Global Jazz Institute del Berklee College of Music, guidato dal pianista Danilo Perez. Attualmente è Visiting Scholar alla Berklee, e insegna sia al Global Jazz Institute che al Bass Department.
DOMENICA 31 LUGLIO
TEATRO COMUNALE
ORE 20:30
Caligiuri/Tavolazzi/Capiozzo
Ares Tavolazzi – basso, Christian Capiozzo – batteria, Leonardo Caligiuri – tastiere
CHRISTIAN CAPIOZZO
Christian Capiozzo, detto Chicco, figlio di Giulio Capiozzo batterista anche lui e fondatore degli Area. Compositore e produttore noto nel panorama musicale per le collaborazioni con musicisti internazionali e nella scena funk, jazz, lounge, soul per le sincronizzazioni televisive (prima fra tutte Sex & the city).
Capiozzo abbraccia stili musicali più diversi, immergendosi nel soul, jazz, funk, afro beat, world music, del rock progressive, rimanendo sempre riconoscibile, con una grande impronta personale.
Questa miscela è il propulsore che lo vede presente con progetti originali e spalla ideale di artisti internazionali.
Ha collaborato con Jimmy Owens, Pee Wee Ellis, Enrico Rava, Tony Scott, Jarrod Lawson, Mario Biondi, Luca Sapio, Sherman Hirbie, Gigi Cifarelli, Marco Tamburini, Cheryl Porter, Trilock Gurtu, Michel Supnick, Tony Scott, Bruce Forman, Tullio De Piscopo, Alex Baroni, Ernesttico Rodriguez, Cico Cicognani, Karl Potter, Patrizio Fariselli, Ares Tavolazzi, Michele Calgaro, Randy Bersen, Tanya Michelle, Joe Salinas, Gianni Giudici, Mauro Pagani, Andrea Mingardi, Mark Harris, La Drummeria (con Ellade Bandini, Paolo Pellegatti, Eugenio Mori)ecc.
Nel 2001 forma insieme all’organista Michele Guidi un progetto dal nome «Capiozzo&Mecco» e registra il primo cd a proprio nome dal titolo “Whisky a Go Go” distribuito dalla Irma Records in America, Giappone ed Europa: 12 tracce killer e un pezzo (Small club) è stato inserito nel telefilm americano “Sex and the City”.
Tra i musicisti presenti nel cd e nelle serate spicca il nome di Mario Biondi (rilevazione jazz italiana in una splendida versione di Spinning Wheel dei Blood Sweet & Tears mangiato dalle radio londinesi), Stefano Bedetti, Simone La Maida e Daniele Santimone.
A settembre del 2002 si esibisce nei club a New York e studia alla New School.
Nel 2003 Christian si esibisce in un tour di 18 serate a New York con L’organista americano Ehud Asherie, giovane talento del panorama jazz di Manhattan tenendo un concerto importante al BLUE NOTE storico locale jazz con il trio a suo nome più ospite della serata Jimmy Owens.
ARES TAVOLAZZI
Ares Tavolazzi Nel 1973 entra a far parte del gruppo storico d’avanguardia AREA dove già militano D. STRATOS, G.CAPIOZZO, P. FARISELLI, P. TOFANI e successivamente, M. URBANI, P. TONOLO e L. NOCELLA.
Con gli AREA registra oltre dieci LP e partecipa, nel 1976, a due importanti manifestazioni europee: il “Festival de l’Humanité” a Parigie ed il “Festival do Avante” a Lisbona.
Nel 1982, trascorre alcuni mesi a New York, questa esperienza lo porterà definitivamente ad occuparsi di improvvisazione.
Negli anni 1983-84 é in tour con K. Wheeler, Bruno Cesselli, S.Kaucic e M. Negri. In quegli anni prende parte alla fondazione di alcune scuole di musica, come il C.P.M di Milano, La PERA a Bologna, il CEPAM a Reggio Emilia e la C. CHAPLIN a Ferrara. Per tre anni consecutivi (1984-85-86) è primo in una speciale classifica dei bassisti indetta da “Guitar Club”(una pubblicazione specializzata). Nel 1987 riceve a Ferrara il premio “A. WILLAERT” come migliore musicista dell’anno.
Sempre nel 1987 fonda un quintetto con Bruno Cesselli, M. Tambubini, P. Odorici, G. Oleandri, con i quali suona ad “Umbriajazz”.
Alcune importanti collaborazioni: con J. OWENS (Festival jazz di PORI in Finlandia), S. Rivers (Festivai Jazz di Ravenna), L. Konitz, G. Barz, J. Basile, B. Melvin. Seguono: B. Forman, G. Manusardi, F. Cerri, E. Intra, G.Cosca, J. Cables,
R Mantilla, A. Gray, M. Melillo, E. Zigmund, A. Cavicchi, R. Biancoli, C. Roditi e molti altri. Nell 1991 incide un CD a proprio nome con Bruno Cesselli, F. Sferra, A.Cavicchi E M. Negri Per L’eticheffa Artis Record.
LEONARDO CALIGIURI
Leonardo Caligiuri inizia gli studi batteristici a 8 anni, piu tardi intraprende lo studio delle percussioni inizialmente sotto la guida del M. Patrizio Borlenghi dove si concentra soprattutto sulle tastiere e successivamente entra nella classe del M° Danilo Grassi al Conservatorio “A.Boito” di Parma.
Caligiuri ha già suonato con Ares Tavolazzi, Flavio Boltro ed Enrico Rava, giusto per fare qualche nome. E si è esibito accanto a nomi importanti della musica italiana, da Mario Biondi a Claudio Baglioni.
Caligiuri ha solo diciassette anni quando inizia la collaborazione col cantante e poeta bolognese Gianni Venturi, sfociata nel progetto Altare Thotemico e in due dischi prodotti in tutto il mondo. E a vent’anni inizia a studiare con Gian Luigi Trovesi, Misha Alperin e Roberto Bonati, che lo vuole nell’orchestra Ruvido Insieme. Insomma, un musicista giovane ma già di consolidata esperienza e notevole capacità tecnica che, oltre alle già citate collaborazioni, vanta ulteriori relazioni artistiche con Paolo Fresu, Alan Scaffardi, Felice Del Gaudio, Gianni Cazzola e diversi altri musicisti della scena italiana.
Nel frattempo Caligiuri scopre la passione per la musica antica, coltivata attraverso gli studi clavicembalistici con Francesco Baroni e gli studi di pianoforte classico con Gianpaolo Nuti. Ma senza mai abbandonare il jazz, che inizia a praticare nel 2013 con il Calandra Trio, esperienza condivisa con Stefano Carrara (contrabbasso) e Francesco Di Lenge (batteria). Insieme incidono due cd il disco acustico «Catch Up» e «Chatterbox», un album elettrico nel quale si aggiunge come ospite il chitarrista Michele Bianchi. Intanto Caliguri mette su un altro progetto intitolato Three Generations, formazione che segna l’incontro tra Caligiuri, il batterista Christian “Chicco” Capiozzo e il contrabbassista Ares Tavolazzi, con i quali propone un repertorio principalmente di brani inediti e rivisitazioni personali di standard jazz e brani del repertorio pop internazionale.
ORE 22:00
RUDY & BALERAS
Rudy Valentino (Guido Zenobi) voce e contrabbasso Carlo Cordella (batteria) Diego Donati (chitarra) Riccardo Federici (sax) Michele Scucchia (piano)
RUDY VALENTINO E I BALERAS
Rudy Valentino e i Baleras propongono uno show che spazia dai più grandi successi dello swing italiano di un tempo, al jive, al boogie e rock ‘n roll, uniti a brani di propria composizione!
Attiva ormai da più di 15 anni la band si esibisce in Italia e all’estero (7 tourneé negli Stati Uniti tra cui partecipazione come band invitata alla parata del Columbus Day 2017 di New York, ospiti ufficiali ad Umbria Jazz 2015, ospiti dal 2012 al 2019 al Summer Jamboree di Senigallia, dal 2019 attivi sul territorio russo con un importante tour nei teatri e nei clubs di San Pietroburgo).
Swing, boogie, rock and roll, ironia e amore per la musica; la “Bella Musica”, tutto questo sono Rudy Valentino ei Baleras, un viaggio alla riscoperta delle melodie e delle canzoni che resero grande l’Italia nel mondo; da Renato Carosone, Fred Buscaglione, Domenico Modugno ai grandi crooners italoamericani, dall’avvento del rock and roll, alla Dolce Vita.
DAL 20 LUGLIO AL 15 AGOSTO MOSTRA FOTOGRAFICA IN ACQUARIO: “NO FLASH PLEASE” A CURA DI GIULIO CAPOBIANCO.
IL VILLAGGIO DEL JAZZ E LE DEGUSTAZIONE GUIDATE SARANNO A CURA DELLA COLDIRETTI.
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