Dopo i concerti alla Cantina si parte per le Grotte del Bue Marino
La sera si inaugura il Villaggio del Jazz sul lungomare Palmasera
Con un pubblico partecipe e attento sino all’ultima nota, le prime due giornate del Cala Gonone Jazz Festival si sono svolte in un clima cordiale e disponibile grazie anche ai partecipanti, artisti compresi, emozionati e felici di poter condividere le proprie esperienze personali attraverso la musica.
Così la prima serata, che –con tre concerti e degustazioni- ha lasciato immergere per quasi quattro ore gli astanti in una nicchia a parte, un mondo dove canti tradizionali (come nel caso del coro Urisè), musica jazz sperimentale (Bad Talent Quintet) e classical jazz (Adrien Brandeis trio) si ritrovassero insieme in un dialogo aperto a ogni confronto.
Seppure con dinamiche diverse, la stessa magia si è riprodotta giovedì 27 con il progetto ëlat – ispirato a “Le onde” di Virgina Woolf- del trombettista Mario Massa che tramite le onde prodotte dai synth, le armonizzazioni della chitarra di Kikko Sesselego e la guida della voce ammaliante di Mixafortuna, ha saputo creare sensazioni oniriche, di lontani e familiari ricordi. E di voci splendide il palco non è mai stato sazio: la seconda performance, quella della cantante Irene Serra col suo decennale quartetto ISQ, ha dato uno scossone alla serata con brani originali di matrice jazz pop, portando un po’di scena british anche a Dorgali.
Il 28 luglio si riparte da Gonone e alle 11,00 tutti pronti per l’imbarco verso le Grotte del Bue Marinodove due concerti attenderanno il pubblico del festival, quello del violoncellista cagliaritano Gianluca Pischedda con il suo Alone e il progetto Nomads del chitarrista nuorese Marcello Zappareddu accompagnato dal contrabbasso di Salvatore Maltana.
Dalle 19,30, il lungomare Palmasera – Villaggio del Jazz, si animerà con tre imperdibili spettacoli.
A scaldare l’atmosfera, in attesa del piatto forte, un dj set curato da Momak, seguito da “The Living Room” in collaborazione con l’Accademia Siena Jazz. A concludere questa terza e ricca giornata la storyteller e cantante Vanessa Rubin accompagnata da un notabile ensemble: Danny Grissett al piano, Josh Ginsburg al basso e Mario Gonzi alla batteria.
Alone, di Pischedda, non è soltanto un progetto per violoncello solista: nel gioco della composizione, con un sapiente utlizzo dell’elettronica, possono essere anche dodici i violoncelli che – cercandosi, incastrandosi, plasmandosi tra di loro verso una forma ideale – evocano nell’ascoltatore una suggestione felice, a tratti semplicemente serena, a volte malinconica, ma mai triste. È un viaggio di un’ora che attraversa gli anni di esperienza del compositore cagliaritano, in cui le note si inseguono a ripercorrere tutte le stagioni di un’anima che cerca amore, amicizie e sintonie.
A seguire, Marcello Zappareddu e Salvatore Maltana con nove composizioni interamente originali contenute nel loro primo lavoro discografico dal titolo Nomads. Tutti i brani sono uniti da un unico filo descrittivo che ancora di più dimostra il lavoro paritetico, complementare di interplay tra Zappareddu e Maltana: un lavoro non semplice, coraggioso ed elegante.
Al Villaggio del Jazz, area allestita nel Lungomare Palmasera in collaborazione con Coldiretti Nuoro – Ogliastra si parte col dj set di Momak. Momak nato il 1976 a Nuoro all’ età di 13 anni si appassiona alla cultura hip hop prima con la break dance poi con il rap. Negli anni ‘90 è cofondatore del gruppo menhir nel ruolo di MC e producer. Vincono festival della canzone sarda e premio Maria carta. Fin da piccolo colleziona vinili di musica black dal jazz al soul al funk al rap al reggae e di pari passo suona come dj in lungo e largo per l’isola e l’Italia. I suoi dj-set vantano collaborazioni e progetti con altri dj e strumentisti live.
A seguire “The Living Living Room”, un progetto di orientamento jazz nato dalla recente collaborazione di Maria Cortesi (Voce), Ariel Tricomi (Pianoforte), Oscar Martin Del Rio (Batteria) e Leonardo Romeo Borghi (Basso Elettrico). I quattro si sono conosciuti fra le mura della Siena Jazz University e grazie all’incontro dei differenti background dei musicisti si è affermato un sound vario e intimo.
Reinterpretano creativamente i brani del repertorio afroamericano, oltre i classici della tradizione bossanova, senza sfociare nell’improvvisazione radicale ma rimanendo sempre legati alla forma canzone con un’impronta personale.
Conclude la serata il piatto forte Vanessa Rubin feat. Danny Grissett. Vanessa Rubin è riconosciuta come una delle più grandi cantanti jazz del mondo di oggi. Possiede una voce nota per la sua chiarezza cristallina. Nata a Cleveland, è stata fortemente influenzata da Nancy Wilson. Altre fonti di ispirazione includono il grande trombettista Blue Mitchell e il leggendario trio vocale di Lambert Hendricks e Ross, così come il suo amore per la Motown. Il pianista Danny Grissett si è affermato sulla scena jazz di Los Angeles negli anni ’90. Sotto la guida del batterista Billy Higgins, ha iniziato a esibirsi con artisti illustri come George Coleman, Jackie McLean e Ralph Moore.
Nel 2002 si unisce al batterista Roy McCurdy nel trio di John Heard. Danny si è trasferito a New York e nei primi mesi è diventato un sideman preferito da artisti come Vincent Herring e Vanessa Rubin. Ora si esibisce in tutto il mondo accanto a grandi icone come Benny Golson, The Mingus Big Band, Marcus Strickland, Russell Malone, Steve Nelson, Jeremy Pelt, Nicholas Payton, Buster Williams ed è membro del quintetto di Tom Harrell.
Si chiude sabato 29 luglio con Gavino Murgia “Sounds from the womb” alle Grotte del Bue Marino, mentre al Villaggio del Jazz ci saranno Dj Cris in apertura, More of Les (Moroni – Guarino – Marsico) e per concludere il nuovo progetto di Tonino Carotone “Etiliko Romantiko”.