Il Cala Gonone Jazz Festival conclude, per quest’anno, l’esperienza in Acquario, dove una serie fittissima di concerti (andati in scena da sabato 24 a giovedì 29) ha dato risultati inattesi e confortanti.
Covid o no, gli amanti della musica non hanno rinunciato agli spettacoli dal vivo “un segnale positivo, siamo felici e sollevati” racconta il patron del festival Giuseppe Giordano “abbiamo creduto molto in questa location, dove abbiamo anche allestito la mostra No Flash Please, con la collaborazione del fotografo Giulio Capobianco, che sarà visitabile per tutta l’estate. Abbiamo ritenuto importante affidarci nuovamente a chi il territorio e le sue particolarità, i suoi segreti e bellezze, li conosce bene. Direi che vista l’affluenza e l’interesse che questo spazio ha suscitato, grazie anche a scelte musicali semplici, con pochi elementi e tutti sardi, il vino della Cantina di Dorgali tra una pausa e l’altra –che ha riscaldato sempre le serate- riproporremo questa formula anche il prossimo anno”.
Una pagella, dunque, con ottime valutazioni, benché la manifestazione non sia ancora giunta al termine.
Il fine settimana sarà carico di appuntamenti: dalle richiestissime Grotte del Bue Marino, con Lula Pena e Marcello Murru, ai sei concerti al Teatro Comunale.
I grandi nomi delle serate saranno quelli di Daniele Sepe con Direction Zappa, Lucy Woodward e Richard Bona & Alfredo Rodriguez trio.
I concerti saranno aperti rispettivamente da Williboy Taxi & Black Victor, Karabò 5tet e dal pianista Guido Coraddu.
Quello di Daniele Sepe, sul palco questa sera, è un progetto ambizioso, potente, che ripercorre l’esperienza zappiana partendo dall’improvvisazione, un ensemble nato quasi per caso nel 2016 in seno al festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz”. Lo scatman e virtuoso Dean Bowman alla voce, Joe Cristiano alla chitarra, Davide Costagliola al basso, Mario Nappi al piano e lo straordinario Hamid Drake alla batteria.
Dal palco allo studio di registrazione, Sepe ha voluto fortemente che l’esperimento non fosse solo un’estemporanea da conservare nei ricordi, ma un lavoro da imprimere e far conoscere a tutti. Il disco è anche un tributo all’indimenticabile Basilio Sulis, scomparso quasi un anno fa, ma grande inspiratore e mecenate di progetti di questo calibro.
E se ascoltarlo in digitale dà i brividi (dopotutto le fatiche del sassofonista napoletano sono degne eredi del lascito di Zappa) per l’attesa di questo live non possiamo che attendere con grande fermento.